'O Sole, 'o mare e... i gesti!
Napoli, la città del sole, del mare e... della gestualità! Chiunque abbia avuto modo di visitare la città partenopea sa che i napoletani sono maestri nell'arte di gesticolare. Con un semplice movimento delle mani, sono in grado di esprimere una vasta gamma di emozioni, comunicare idee complesse e persino condurre intere conversazioni senza proferire una sola parola. Ma da dove nasce questa abilità unica?
La storia ci dice che la gestualità napoletana ha radici antiche. Già nell'antica Grecia, i gesti venivano utilizzati come forma di comunicazione non verbale. Questa tradizione è stata mantenuta viva durante l'era romana e, successivamente, durante il periodo bizantino. Tuttavia, è durante il Rinascimento che la gestualità napoletana ha raggiunto il suo apice.
Nel XVI secolo, Napoli era una città fiorente, ricca di artisti, scienziati e letterati. Fu in questo contesto che nacque la "commedia dell'arte", una forma di teatro popolare che utilizzava la gestualità come mezzo di espressione. I comici napoletani erano maestri nell'arte di gesticolare, utilizzando le mani, il viso e il corpo per creare personaggi buffi e caricaturali che facevano ridere il pubblico.
Ma la gestualità napoletana non è solo una forma di comunicazione. È anche un'arte in sé, che richiede una grande maestria e una grande sensibilità. I gesti napoletani sono infatti molto precisi e codificati, e un piccolo errore può cambiare completamente il loro significato. Inoltre, ogni gesto ha un suono specifico, che viene prodotto dalla bocca o dal respiro, e che contribuisce a rendere la comunicazione ancora più espressiva.
Impossibile non rimanerne affascinati!
Impariamo il significato nascosto dei Gesti Napoletani!
Ma che ‘vvuò?
Ma cosa stai dicendo? - Il pollice viene unito a tutte le dita della mano rivolte verso l’alto ed il polso oscilla ripetutamente puntando la spalla. Riferito a persone che parlano tanto senza farsi comprendere
Cosa vuoi? - Il pollice viene unito a tutte le dita della mano rivolte verso l’alto ed il polso oscilla ripetutamente puntando la spalla. Riferito a persone che parlano tanto senza farsi comprendere
‘E ‘ccorna
Tiene ‘e ‘ccorna (Hai le corna) – Questo forse e’ uno dei gesti che è bene imparare subito, benchè sia uno dei più popolari e noti. Se rivolto ad un maschio è l’offesa peggiore che possa essere arrecata, perche’ significa che la compagna lo tradisce.
Tiè!
Uocchio e maluocchio (Scongiuri) – Se invece rivolto verso il basso ha un significato scaramantico. Spesso può capitare di notarlo se nei paraggi si aggira un portatore di malocchio.
Se t’acchiappo/Mannaggia
Se ti prendo poi vedi che ti faccio! La mano posta in mezzo ai denti serve quasi a frenare la lingua dalle intenzioni minacciose di chi fa questo gesto. Spesso usato dalle mamme per tenere a bada i propri figli, che ben sanno che alle minacce non seguiranno mai i fatti.
Invece, se all’atto del mordere è associato un movimento ondulatorio del capo può anche assumere il significato di “Mannaggia!”
Si n’allocco, nu’ turzo!
"Sei un allocco, uno sciocco": L’avambraccio è posto ben in evidenza ed in posizione verticale mentre la mano ruota lungo l’asse maggiore dello stesso. Gesto rivolto a persone ritenute creduloni e facilmente raggirabili.
Ma chi t’ha fatto fa’?
Le mani giunte vengono portate al torace e poi allontanate ripetutamente. È un gesto dai molti significati, per la cui comprensione è fondamentale il contesto in cui viene fatto e l’espressione del viso.
Può indicare impazienza, “Ti vuoi muovere?”, ma anche rassegnazione e principio di rabbia quando non si hanno più risorse: “Ma cosa vuoi ancora da me?”. Spesso è anche impiegato col significato di “Ma chi te lo ha fatto fare?”, in questo caso l’ampiezza delle oscillazioni è più contenuta, ma la frequenza maggiore.
S’hanno accucchiate!
Hanno fatto combutta: usato per indicare che due persone se la intendono. Può essere riferito a due amanti, ma più spesso a due tipi che uniscono le loro forze per scopi che possono anche essere poco legali!
Amici per la pelle
Stabilire un’amicizia duratura. Gesto alquanto diffuso in tutto il mondo e non necessariamente legato all’ambito culturale napoletano. Spesso anche conosciuto tra i bambini, da una certa generazione in poi, come “flic e floc” e serve per sancire un patto indissolubile.
Se volete approfondire l'argomento consigliamo la lettura di "Comme te l'aggia dicere?" di Bruno Paura e Marina Sorge - ed. Intra Moenia