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Totò: Signori si Nasce

Totò: Il Principe della Risata e l’Anima di Napoli

Totò, il cui vero nome era Antonio de Curtis Gagliardi Griffo Focas Comneno di Bisanzio, marchese di Oliveto, nacque il 15 febbraio 1898 a Napoli. Questa figura leggendaria del cinema e del teatro italiano è conosciuta affettuosamente come "il Principe della Risata". Totò è considerato uno dei più grandi comici di tutti i tempi e un’icona indelebile nella cultura napoletana.

Antonio De Curtis detto Totò


La Vita di Totò

Antonio de Curtis nacque nel rione Sanità, uno dei quartieri più caratteristici e vivaci di Napoli, noto per essere il centro della "guapperia" napoletana. La sua casa natale si trovava al terzo piano del civico 107 di via Santa Maria Antesaecula. Tuttavia, a causa delle piccole dimensioni dell'abitazione, la famiglia si trasferì poco dopo al secondo piano del civico 109 della stessa via, oggi riconosciuta come abitazione storica di Totò.
Antonio nacque da una relazione clandestina tra Anna Clemente (1881-1947) e Giuseppe De Curtis (1873-1944), che inizialmente non lo riconobbe ufficialmente per mantenere segreto il legame e venne riconosciuto dal padre solo nel 1921, adottando quindi il titolo nobiliare di marchese. Totò trascorse un’infanzia modesta, caratterizzata dalla povertà ma anche dall’immensa vitalità della vita di quartiere napoletana, che influenzò profondamente la sua arte. Solitario e di indole malinconica, Totò crebbe dimostrando fin da bambino una forte vocazione artistica che spesso interferiva con i suoi studi scolastici. Retrocesso in terza elementare dalla quarta, non si scoraggiò e intratteneva i suoi compagni con piccole recite, esibendosi in smorfie e battute.
Il giovane Antonio era un osservatore attento delle persone, specialmente di quelle più eccentriche, che cercava di imitare nei movimenti, guadagnandosi il nomignolo di "‘o spione". Questo metodo di studio gli fu utile per la caratterizzazione di molti personaggi che interpretò durante la sua carriera.
Dopo le elementari, fu iscritto al collegio Cimino, dove un incidente con un precettore, che lo colpì involontariamente con un pugno, lasciò una deformazione nel suo viso che contribuì alla creazione della sua celebre "maschera". Non fece molti progressi scolastici e abbandonò gli studi senza ottenere la licenza ginnasiale. Sua madre lo voleva sacerdote, ma Totò, incoraggiato dai primi successi nelle recite familiari, iniziò a frequentare i teatrini periferici di Napoli nel 1913, esibendosi con lo pseudonimo di "Clerment" in macchiette e imitazioni del repertorio di Gustavo De Marco, noto per la sua grande mimica e movenze snodate.

La Carriera Artistica e il Successo

Sul palcoscenico incontrò attori come Eduardo De Filippo, Peppino De Filippo, e musicisti come Cesare Andrea Bixio e Armando Fragna, che influenzarono la sua carriera. Durante la Prima Guerra Mondiale, si arruolò volontario nel Regio Esercito e fu assegnato al 22º Reggimento fanteria. Dopo diverse peripezie, tra cui un malore alla stazione di Alessandria che gli evitò di partire per il fronte francese, fu inserito nell'88º Reggimento fanteria "Friuli" a Livorno. Lì subì continui soprusi da parte di un graduato, da cui nacque il celebre motto: «Siamo uomini o caporali?».
Negli anni '30, Totò iniziò a lavorare nel cinema, trovando subito un grande successo. Con oltre 97 film all’attivo, molte delle sue pellicole sono diventate classici del cinema italiano, come "Totò, Peppino e la… malafemmina" (1956), "Totò, Fabrizi e i giovani d'oggi" (1960), "Miseria e Nobiltà" (1954) e "Uccellacci e uccellini" (1966), diretto da Pier Paolo Pasolini.

Totò e Peppino De Filippo
Totò e Peppino

Aneddoti e Curiosità su Totò

La vita di Totò è costellata di aneddoti che riflettono la sua personalità e il suo ingegno. Un episodio famoso riguarda un pranzo con l’amico e collega Peppino De Filippo. Durante una discussione animata, Totò si tolse una scarpa e la lanciò fuori dalla finestra. La scarpa cadde sul tetto di un tram in transito e venne portata via. Totò, senza perdersi d’animo, rispose: "Beh, almeno ho risparmiato la fatica di andarla a cercare!"

Un altro aneddoto interessante riguarda la sua passione per la poesia. Totò era un poeta raffinato e sensibile, e scrisse diverse poesie in dialetto napoletano. La più famosa, "‘A livella", è un toccante monologo sulla morte che mette in luce l'uguaglianza di tutti gli esseri umani di fronte al destino finale.

Totò è stato anche l’autore della celebre canzone "Malafemmena", un capolavoro della canzone napoletana. Scritta nel 1951, la canzone parla del dolore causato da una donna crudele, riflettendo una parte più intima e vulnerabile del comico napoletano. "Malafemmena" è diventata un classico, interpretato da innumerevoli artisti nel corso degli anni.

Totò
Le celebri espressioni di Totò

Frasi Celebri di Totò

Totò era famoso non solo per i suoi film ma anche per le sue frasi memorabili che sono entrate nel linguaggio comune e nella cultura popolare italiana. Eccone alcune:

"Signori si nasce, e io lo nacqui." - Questa frase sottolinea il suo senso innato di nobiltà e dignità, nonostante le umili origini.

"Sono un uomo di mondo, ho fatto tre anni di militare a Cuneo!" - Una battuta che gioca sull’apparente provincialismo di Cuneo ma che Totò usa per esaltare ironicamente la sua esperienza di vita.

"È la somma che fa il totale." - Una delle sue frasi più famose, usata in modo ironico per semplificare situazioni complesse.

"Lei è un cretino, si informi!" - Una delle battute più celebri di Totò, tratta dal film "Signori si nasce" del 1960.

"Il coraggio ce l’ho. E' la paura che mi frega." - Esprime in modo ironico una verità universale sull'essere umano: anche chi è dotato di coraggio può essere paralizzato dalla paura più irrazionale.

"In tempo di crisi, gli intelligenti cercano soluzioni, gli imbecilli cercano colpevoli." - Una riflessione sulla reazione delle persone di fronte alle difficoltà.

"Questa è la civiltà : hai tutto quello che vuoi quando non ti serve." - Una considerazione amara e ironica sulla società moderna dei consumi.


Totò e Napoli

Per Napoli e i napoletani, Totò non è solo un comico, ma un simbolo. Rappresenta l’anima popolare della città, con la sua capacità di ridere di tutto, anche delle difficoltà della vita. Totò incarna l’essenza del "napoletano verace", con la sua intelligenza vivace, il suo spirito ribelle, e il suo cuore generoso.
Il suo linguaggio, fatto di espressioni idiomatiche e giochi di parole, è diventato parte del patrimonio culturale di Napoli. Totò ha dato voce alla saggezza popolare, spesso denunciando le ingiustizie sociali e ridicolizzando i potenti con la sua satira sottile.
La sua vita, caratterizzata da un'infanzia difficile e da una continua ricerca del riscatto rispecchia quella di tanti napoletani che, nonostante le difficoltà, trovano sempre la forza di andare avanti con un sorriso. Totò è diventato il simbolo della resilienza napoletana, della capacità di affrontare le avversità con ironia e leggerezza.
Totò ha saputo dare voce e dignità ai "scugnizzi" e agli emarginati, rendendoli protagonisti delle sue storie e delle sue battute. Questo ha permesso ai napoletani di vedere se stessi riflessi nei suoi personaggi, riconoscendo le proprie lotte, gioie e dolori. La sua comicità, intrisa di umanità, ha avvicinato il pubblico, rendendolo una figura familiare e amata.

Napoli ha reso omaggio a Totò in molti modi. Esiste un monumento a lui dedicato nel quartiere Sanità, e il Museo Totò celebra la sua vita e la sua carriera con una collezione di oggetti personali, fotografie, e memorabilia. Ogni anno, il 15 febbraio, i napoletani ricordano il compleanno di Totò con eventi e celebrazioni che riflettono l’affetto eterno per il loro “Principe”.

Murales di Totò
Murales di Totò

L'Eredità di Totò

L'eredità di Totò va oltre le risate che ha saputo regalare. Egli ha influenzato generazioni di comici e attori italiani lasciando un'impronta indelebile nella cultura italiana. Totò rappresenta l’unione tra tradizione e modernità, tra il popolare e l’intellettuale.
Totò ha saputo utilizzare la comicità come strumento di critica sociale e con la sua arte, intrisa di umanità e saggezza, continua a parlare alle nuove generazioni, rendendolo un’icona immortale non solo di Napoli ma dell’intera Italia.

Totò è un simbolo di Napoli e della sua gente, un ambasciatore dell’arte e della cultura napoletana e italiana, una testimonianza vivente della capacità di trovare la luce anche nei momenti più bui.


Morte di Totò
Il triste annuncio della morte di Totò


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